di ANMIC
30 agosto 2023L’ANMIC Alto Adige incontra la delegazione giapponese
Il 28 agosto, l’Associazione Invalidi Civili (ANMIC Alto Adige) ha accolto a Bolzano la prof.ssa Taeko Futami, docente e ricercatrice presso l’Università di Fukuoka, Giappone, interessata ad approfondire il tema dell’inclusione dei bambini disabili in Alto Adige. L’ANMIC Alto Adige, quale rappresentante degli interessi e dei diritti di invalidi civili e persone disabili, ha organizzato un incontro e invitato i diversi rappresentanti scolastici: il Servizio Inclusione della Direzione Istruzione e Formazione italiana, l’Unità Inclusione della Direzione Istruzione e Formazione tedesca e il Centro di Competenza per l’Inclusione scolastica della Libera Università di Bolzano.
“Dopo essere venuta a conoscenza dell’ANMIC Alto Adige attraverso le mie ricerche, sono rimasta affascinata dall’impegno che questa associazione dedica a sostegno degli invalidi civili altoatesini nonché dalle iniziative da loro intraprese per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a questa importante tematica.” riferisce la prof.ssa Taeko Futami. ”Inoltre, come ricercatrice e docente universitaria sono curiosa di conoscere da vicino l’inclusione dei bambini disabili in Alto Adige.” Per questo motivo Thomas Aichner, Presidente ANMIC Alto Adige, ha subito organizzato un incontro. “Al fine di permettere alla professoressa di toccare con mano l’inclusione in Alto Adige, abbiamo contattato gli esperti delle scuole di lingua italiana e tedesca e dell’Università di Bolzano, con l’obiettivo di presentare le modalità d’intervento per l’istruzione e l’inclusione dei bambini e dei giovani disabili in provincia” afferma Thomas Aichner.
Durante l’incontro sono stati affrontanti diversi argomenti, tra cui l’educazione inclusiva, gli strumenti impiegati per l’inclusione dei bambini, l’importanza della piena partecipazione di tutti alla vita scolastica e sociale nonché il ruolo dell’ANMIC Alto Adige. Gli interventi tenuti dai vari referenti scolastici sono stati recepiti con grande entusiasmo dai presenti e le spiegazioni hanno suscitato una forte curiosità, fornendo alla prof.ssa Futami elementi utili a sviluppare un modello sociale per l’inclusione dei bambini disabili in Giappone ispirato al sistema di inclusione scolastica e sociale presente in Alto Adige.
Oggi in Alto Adige sono 46.053 gli invalidi civili che convivono con una malattia congenita o acquisita. Tuttavia, l’invalidità civile e la disabilità non riguardano solo persone anziane ma interessano anche molti bambini e giovani. Infatti, come possiamo apprendere dalle ultime statistiche condotte dall’Istituto provinciale di statistica ASTAT, in Alto Adige su 90.000 alunni, i bambini e gli adolescenti con bisogni educativi speciali che frequentano le scuole (anche scuole dell’infanzia) sono circa 11.500, ovvero il 12,9% degli iscritti. In particolar modo, di questi alunni con bisogni speciali sono ca. 2.500 (2,8%) i bambini e i ragazzi affetti da grave disabilità di tipo fisico, psichico o sensoriale (ai sensi della legge 104/92) tale da determinare il diritto a misure di inclusione mirate.
Al contrario di altri paesi, come ad esempio il Giappone, dove gli alunni disabili studiano in ambienti separati dai loro coetanei, quali “scuole speciali” o “classi speciali” composte da soli bambini disabili, le scuole altoatesine si dedicano a favorire la piena inclusione dei bambini e dei ragazzi con bisogni educativi speciali. In Alto Adige, l’inclusione rappresenta un obiettivo essenziale delle scuole, le quali si impegnano a fornire il supporto necessario affinché tutti gli alunni partecipino attivamente all’istruzione insieme ai propri coetanei. Secondo le ricerche, infatti, sono due gli aspetti più importanti dell’inclusione scolastica: i bambini disabili che frequentano la scuola insieme ai propri coetanei per un lungo periodo sono più felici e hanno una migliore aspettativa di vita, inoltre, anche la qualità dell’insegnamento nelle classi in cui è presente un alunno disabile è migliore.
Sono molteplici gli strumenti offerti dalle scuole in Alto Adige per supportare i docenti ma anche le famiglie a rispondere ai bisogni degli studenti. Ad esempio, il Servizio Inclusione della Direzione Istruzione e Formazione italiana, oltre a diverse proposte di aggiornamento e formazione rivolte al personale scolastico, offre quattro sportelli di consulenza dedicati a famiglie, insegnanti, docenti di sostegno, collaboratori all’integrazione e altri enti che operano sul territorio. Inoltre, il Servizio Inclusione realizza progetti per le scuole volti a identificare eventuali difficoltà dell’apprendimento e pianificare interventi didattici mirati.
Anche l’Unità Inclusione della Direzione Istruzione e Formazione tedesca promuove l’inclusione dei bambini disabili e con bisogni educativi speciali attraverso la pianificazione di percorsi educativi mirati, la fornitura di strumenti e materiali specifici e la consulenza per rispondere a domande sul tema dell’integrazione e dell’inclusione. La Direzione Istruzione e Formazione tedesca sostiene inoltre la sensibilizzazione degli insegnanti offrendo corsi di formazione continua a livello scolastico, distrettuale e provinciale nonché corsi specifici.
All’incontro ha partecipato anche il Centro di Competenza per l’Inclusione Scolastica della Libera Università di Bolzano, il quale si dedica “alla ricerca, al lavoro di rete e alla comunicazione scientifica nell’ambito dell’educazione inclusiva”. Il Centro di Competenza si occupa anche di sviluppare progetti per la formazione di insegnanti e docenti volti a fornire loro i mezzi e le competenze necessari a soddisfare i bisogni formativi di tutti gli alunni.
Dall’incontro è chiaramente emerso che in Alto Adige l’inclusione è un obiettivo essenziale per tutte le scuole, le quali si impegnano a favorire la piena inclusione dei bambini e dei ragazzi disabili e con bisogni educativi speciali considerando “la diversità una risorsa e una ricchezza, piuttosto che un limite”.
Immagine: (da sinistra verso destra) Manuela Stecher, Carmen Messner (entrambe WunderBAR), Thomas Aichner, Giulia Ferrarese (entrambi ANMIC Alto Adige), Marianne Bauer, Helmuth Köcher | © ANMIC Alto Adige